Confindustria con un’analisi sulla crescita in Italia:
Troppe tasse bloccano la crescita dell Italia
Tasse sui redditi, lavoro e imprese al top d’Europa, un dato dalla Corte dei Conti e Confindustria:
Speriamo che l’Italia del calcio riesca a comportarsi meglio di quella economica, arriva un dato non proprio brillante, che riguarda un tradizionale punto debole, il fisco: nella graduatoria europea elaborata dalla Corte dei Conti l’Italia si accaparra il triste primato di paese con le maggiori imposte sulle imprese.
Analisi della situazione:
Nel Rapporto 2014 della Corte dei Conti sulla Finanza pubblica, presentato in Senato, la pressione fiscale nel Paese risulta altissima (43,8%), quasi quattro punti sopra la media europea.
Classifica: l’Italia è il paese con le tasse più alte d’Europa sulle imprese(25%), mentre scendono di poco quelle sui redditi da lavoro (42,3%). Viceversa, siamo al 24esimo posto nel prelievo sui consumi con il 17,4% (tre punti sotto la media), mentre per quanto riguarda il patrimonio l’IMU ha portato il prelievo in linea con il resto d’Europa.
In materia di tasse sulle imprese, l’Italia appare ancora ben lontana dall’Europa e dal resto del mondo. Il divario, come gli imprenditori sanno bene, è a sfavore delle aziende nostrane, che mediamente pagano più tasse delle concorrenti straniere: secondo Confartigianato, siamo primi in Europa e tredicesimi nel mondo.
Un’altra indagine Confindustria registra invece un effective tax rate (pressione fiscale rispetto all’imponibile) al 58%, ben più alto di quello di partner europei come Germania (43%), Gran Bretagna (40%) o Spagna (29%). Se tuttavia si calcolano esclusivamente le tasse sulle imprese, l’Italia resta sopra la media ma non è maglia nera nella UE, come invece risulta esserlo per quanto riguarda la tassazione sul lavoro (dati Eurostat).
Fra le prime cause delle difficoltà del sistema produttivo, dell’elevato costo del lavoro, dello squilibrio dei conti pubblici e del malessere sociale esistente c’è l’evasione fiscale. Considerando la sola IRPEF, abbiamo un tasso di evasione pari al 13,5% dei redditi. Quanto a IRAP e IVA, nel 2011 il vuoto di gettito determinato dall’evasione è stato superiore ai 50 miliardi. L’Italia è fra i paesi europei con la più ampia economia sommersa, che pesa per circa il 21% del PIL: davanti a noi, Estonia, Grecia, Cipro, Malta e Slovenia.
Quale sono le Prosoettive?
L’analisi della Corte dei Conti è sintetica e lapidaria: «il sistema tributario italiano è caratterizzato da un livello di prelievo eccessivo e mal distribuito. Dunque, urge una riforma fiscale (in corso) che operi una redistribuzione, oltre che un alleggerimento complessivo. Magari, partendo dalla tassa che più di tutte conta (per le tasche dei contribuenti e per le casse dello stato), l’IRPEF. Nei primi cinque mesi del 2014 si registrano già due integrazioni del sistema delle detrazioni (la prima nella legge di stabilità 2014, la seconda rappresentata dal “bonus” introdotto dal DL 66/2014). E ulteriori modifiche si profilano nella prospettiva della recente legge delega “per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”.
Si tratta di provvedimenti rilevanti ma il problema resta la struttura della tassa: uno dei più significativi esempi di asimmetria tra paese reale e fiscale. Ci vuole, dunque, un riassetto dell’intera impalcatura dell’imposta, oltre a una chiara redistribuzione del prelievo. Fra i limiti dell’IRPEF, anche il peso e l’incontrollata diversificazione delle addizionale regionali e comunali.