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Algoritmo Google: Penguin 2.0

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Con il nuovo algoritmo possono sorgere problemi, scopri qui come evitarli

Ora che Google ha dato vita in via definitiva a Penguin 2.0 diventa più che mai importante ottimizzare il proprio sito prima che questo nuovo, grazioso animaletto ne penalizzi eccessivamente il ranking.

Qual è lo scopo (o “mission”) del nuovo Penguin 2.0 e perché è tanto temuto? La nuova versione porta avanti la crociata anti-spam di Google, penalizzando in maniera particolare i siti che presentano link innaturali. Particolarmente prese di mira sono le reti artificiose di backlink che puntano verso il proprio sito e che non sono pensate per migliorare l’esperienza di navigazione.

Penguin 2.0 è ancora nuovo e ci sono ancora molte cose da capire riguardo il suo funzionamento. La paura scatenata tra coloro che lavorano coi siti è semplicemente paura del nuovo. Col tempo i dubbi spariranno del tutto, com’è successo con Penguin 1.0 e con ogni altro algoritmo Google.

Alla fine si riduce tutto ad accettare le nuove regole e a rivedere la propria strategia di business. Questa dovrebbe puntare ad avere un effetto a lungo termine e con risultati duraturi e per farlo bisogna che integri le regole SEO fondamentali, esattamente come suggeriscono le regole del webmaster pubblicate da Google.

Una strategia a lungo termine prevede 4 componenti chiave:

  • pubblicare contenuti impeccabili;
  • ottenere link in entrata autorevoli, reputazione e credibilità ;
  • tenere elevata la proprio attività  sui social network;
  • tenere a mente le best practice in campo SEO, dal file robots.txt alle parole chiave.

Nel caso Pinguin 2.0 abbia già colpito, ecco i 5 passi per risalire le SERP:

  1. scaricare una lista del link in entrata utilizzando “Strumenti per il Webmaster” di Google;
  2. individuare quali di questi sono spam e isolarli;
  3. richiedere ai siti la rimozione dei link;
  4. utilizzare lo strumento “Rimozione URL” in “Strumenti per il Webmaster” di Google, al fine di eliminare i link spammosi;
  5. inviare a Google una richiesta di riconsiderazione per il proprio sito.

Pubblicato il 11.06.13 sul sito www.pmi.it

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