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Il blog. L’evoluzione ai tempi del web

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Caro diario… non ti riconosco più!

Era un rito privato, ora è diventato pubblico: il blog è considerato il massimo del trendy.

Parlare di se stessi è uno dei piaceri ai quali l’essere umano difficilmente rinuncia.Viene spontaneo nella maggior parte delle persone, al di là del sesso, dell’età, della professione. Perché risponde ad un bisogno profondo: quello di condividere le proprie esperienze.

Oggi più che mai. Le autofiction, le autobiografie o le confessioni vanno per la maggiore, ma il fenomeno vero e proprio è quello dei blog; diari scritti su internet e leggibili dal vasto pubblico che naviga in rete.

Sfogarsi in libertàIl blog. L'evoluzione ai tempi del web.

Scrivere di sè dei propri pensieri più intimi, aiuta a sfogare tensioni e preoccupazioni, lenendo i dolori dell’anima. Ma il vero diario è quello che non ha un destinatario, che si scrive solo per se stessi, mettendosi a nudo fino in fondo. Non importa se si verga a mano, sul classico taccuino o se si affidano i propri pensieri ad un computer, l’importante è sfogarsi, svuotare la mente, alleggerire il cuore riversando su carta o tastiera ciò che mette in crisi, preoccupa, dà da riflettere.

Non c’è dubbio che il diario è un mezzo che sviluppa la conoscenza di se stessi, l’intimità con i propri pensieri, aiuta a comprendere meglio la vita ed è un antidoto allo stress.
A questo punto, la scrittura ha un ruolo importante nel contenere il dolore e le preoccupazioni; ma è chiaro, che da sola, non cambia la situazione di crisi o di difficoltà.

Tenere un diario, in ogni caso aiuta a fare chiarezza dentro di sé, perché rende chiari, puri e precisi i propri pensieri. Ma il diario non è più solo il classico quaderno o taccuino da tenere nascosto agli sguardi indiscreti, oggi si è trasformato in qualcosa di nuovo e tecnologico: il blog.

Lettere aperte

Il blog, anche se molto simile al vecchio diario, non è la stessa cosa. Il termine viene dalle parole web (la rete di internet) più log, diario di bordo, e proprio come tale va considerato.

infatti, pur essendo scritto in prima persona, non è propriamente un diario, perché è pensato per essere letto. Il blog viene meno alla regola fondamentale del diario: l’intimità, la segretezza, il non essere destinato a nessuno se non a sé stessi.

Una perdita di segretezza che si compensa con la dimensione del confronto con gli altri: il blog prevede che gli eventuali lettori rispondano e vedano pubblicate le ,loro osservazioni sulla stessa pagina del diario on-line che stanno commentando.
Quelli che si leggono in rete sono sfoghi, a volte anche molto intimi, ma sono comunque destinati alla lettura, sia pure da parte di sconosciuti.

Infatti, nonostante il blog mantenga, come il diario, una struttura frammentaria, aggiornata via via che c’è qualcosa da dire, si tratta più di una serie di lettere.

Inoltre, scrivere di sé stessi è considerato un’esperienza curativa, dove il concetto di cura non va ricondotto solamente alla malattia. “Cura” in filosofia significa anche esistere in quanto al centro dell’attenzione degli altri. Quindi c’è cura tutte le volte che qualcuno si accorge del suo prossimo.

Per contrastare il senso di solitudine che tutti provano nel corso della vita, molti ricorrono alla scrittura di sé. Che comprende il diario, il memoriale, la poesia scritta in modo estemporaneo, il blog. Il racconto di sé è una forma di autoterapia: attraverso la narrazione ci si prende in cura, ci si accorge di essere vivi narrando e scrivendo.

Il blog,dunque, crea la possibilità di esistere per gli altri e aiuta gli altri ad esistere. Leggere le esperienze altrui, commentarle, scambiarsi opinioni aiuta anche a formulare pensieri meno banali, più complessi, contribuendo a costruire nuove forme di cultura con linguaggi nuovi.

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